Botta e risposta sull’asse Perugia-Modena

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Ngapeth accusa Travica di razzismo. Il palleggiatore della Sir:

Ngapeth accusa Travica di razzismo. Il palleggiatore della Sir: “Tutto inventato”

   

Per comprendere le ultime dichiarazioni dei tesserati della Leo Shoes Modena e della Sir Safety Conad Perugia, bisogna tornare al finale di gara 1 della semifinale scudetto.

Dopo qualche “schermaglia” in campo, arriva un calcione dello schiacciatore canarino Yoandy Leal all’indirizzo del palleggiatore perugino Dragan Travica.

Il giudice sportivo infligge quattro giornate al martello brasiliano per tale gesto (tra ricorso e commutazione di una giornata in multa, la pena potrebbe essere ridotta).

Su Instagram, nel cuore della notte tra giovedì e venerdì, arrivano però pesanti accuse da parte dell’asso di Modena Earvin Ngapeth nei confronti di Travica.

In due diversi post il francese definisce il regista della Sir “traditore” e “razzista” (c’è anche un terzo post in cui afferma “Anche ai massimi livelli rimarremo piccoli… Prendi le decisioni giuste…”).

Non si è fatta attendere la risposta del Block Devil che respinge le accuse formulate da Ngapeth e minaccia di agire per vie legali.

“Bisogna essere molto lucidi in questo momento e su un tema molto delicato come il razzismo – afferma Travica – Tutta questa storia non corrisponde a verità! Tra me e Leal durante la partita ci sono state le solite scaramucce da campo. Ci siamo beccati, ci siamo dati del coglione, non è uscito niente di più e di diverso né dalla mia bocca né dalla sua. A fine partita è venuto verso di me, pensavo volesse chiarire e invece c’è stato l’episodio del calcio che hanno visto tutti. In seguito è venuta fuori questa storia inventata dell’insulto razzista. Da quel momento mi stanno scrivendo ogni minuto che sono razzista, che devo andare in galera e che devo morire… una roba assurda! Io non sono assolutamente razzista e non devo neanche giustificarmi di una cosa che non ho mai fatto. Non ho mai detto a Leal assolutamente niente che possa riferirsi al razzismo, non appartiene proprio al mio mondo e lo voglio sottolineare perché si sta insinuando da due giorni questa cosa per rigirare la frittata, per screditare il mio nome, per giustificare il calcio o non so perché altro. È una cosa bruttissima, non si può utilizzare al giorno d’oggi il termine razzismo, un tema così delicato, in maniera fasulla. Se non verrà chiarita come merita la vicenda, esposta in maniera falsa e vergognosa, agirò per vie legali. Il campo è una cosa, il razzismo e la violenza sono cose invece delicate e pericolose da cui sono lontano”.

Nicolò Brillo