Sirci: “Decisione Fipav uno smacco per il volley”

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Sirci: “Decisione Fipav uno smacco per il volley”. Il presidente della Sir Perugia:

Sirci: “Decisione Fipav uno smacco per il volley”. Il presidente della Sir Perugia: “Così perde tutto il movimento, quanto fatto in questi anni andrà smarrito”

   

A distanza di qualche giorno dalla decisione della Fipav di chiudere ogni competizione pallavolistica per la stagione 2019/2020, arriva anche la reazione del presidente della Sir Safety Conad Perugia.

Il presidente Gino Sirci esprime il suo pensiero attraverso le colonne del “Corriere dell’Umbria”, manifestando indignazione per la posizione presa dalla Federazione e anche per come è stata presa.

“Un vero e proprio colpo di scena, nessuno ci aveva detto nulla. Anzi, ci eravamo lasciati diversamente dopo il cda di Lega e Consulta. C’era la volontà delle quattro squadre maggiori di giocare i play-off e all’incontro era presente pure il presidente Cattaneo”.

Quali le possibili ripercussioni? E cosa avrebbe fatto Sirci?

“Tutto questo è uno smacco per il volley. Staremo sei mesi senza giocare e nessuno parlerà più di pallavolo. Ne perderà il movimento, tutti si dimenticheranno e quanto fatto in questi anni sarà irrimediabilmente perso. Temo molto per questo. Io avrei aspettato a decidere. Si doveva attendere il mese di aprile, vedere come andavano le cose e magari riprendere gli allenamenti a maggio con tutte le accortezze del caso per giocare poi a giugno con il parere favorevole della commissione medico scientifica”.

Dunque una stagione buttata via?

“Abbiamo gettato alle ortiche un sacco di soldi e tanto tempo. Abbiamo fatto acquisti e investimenti importanti per nulla. Bisognava continuare per dare un senso alla stagione, anche se si trattava di un campionato monco e menomato. Noi e tanti altri club buttiamo un sacco di soldi nella pallavolo e contribuiamo a fare grande il movimento italiano e nessuno ci fa sapere nulla di una decisione di questa portata. Vi sembra normale? Ci siamo consegnati al coronavirus troppo presto”.

Nicolò Brillo