Enzo Sideri: “nemo propheta in patria”

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Enzo Sideri, origini tifernati, nel 1993 comincia la sua avventura come allenatore dopo i trascorsi da atleta. ed inizia nel migliore dei modi come assistant coach di Smacchia nel Città di Castello in A2, ma è a Cortona in Toscana dove si impone come tecnico.

Lei ha trascorso nove stagioni in quel di Cortona dove ha vinto campionati di C, di B2 ed infine la promozione in A2 nel 2011, campionato a cui la società non partecipò per motivi economici. Che ricordi ha di questa lunga stagione lontano dal Tevere?

Non posso che avere ottimi ricordi per questa lunga stagione in una terra, a quei tempi, vergine dal punto di vista pallavolistico un presidente (Francesco Vinciarelli ndr) fantastico con un progetto di crescita che ha avuto fiducia in me mettendomi in mano la programmazione tecnica. E’ stata una bella cavalcata con giocatori importanti quali Salvatore Rossini, libero in A1 con Modena, e Roberto Ciamarra ora scout man di Modena, passati da  Cortona in quegli anni.

Poi è tornato a casa nel 2014 a Città di Castello prima impegnato come direttore tecnico del settore giovanile maschile e poi come allenatore della formazione di B2, sempre maschile. Termina il campionato con una onorevole terza piazza e passaggio garantito nella nuova serie B unificata. Poi non viene riconfermato. Per Lei si potrebbe applicare l’evangelico “nemo propheta acceptus est in patria sua”…

Ahime devo confermare, quest’anno con il nuovo assetto societario non c’è stato accordo, forse ero diventato figura non gradita e con sommo dispiacere ho lasciato un gruppo di giovani locali interessanti che con step successivi potevano essere ulteriormente valorizzati.

Al di là delle ultime vicende personali (esonerato ai primi di agosto ndr) che alla fine si recepiscono come “esperienza da fare”, cosa è cambiato nella pallavolo maschile in questi ventitré anni?

Per quanto mi riguarda i cambiamenti sensibili e maggiormente avvertibili sono i nuovi approcci metodologici, che a me non convincono molto. Sono rimasto ad un modello che a qualcuno può apparire obsoleto, ma nella mia esperienza ha pagato, e fatto maturare ottimi risultati sportivi. Io credo che i nostri ragazzi siano “poco guidati”, non è una critica a miei colleghi, bensì una visione diversa. Per intenderci oggi si lavora molto sulla situazione di gioco, trascurando l’insegnamento analitico delle tecniche. La pulizia tecnica ritengo sia importante.

L’Umbria, nel settore maschile, avrà nella prossima stagione due squadre in serie A e quattro in serie B. Sembra l’espressione di un movimento vivo ed in crescita, ma in realtà le società umbre che si occupano di vivaio maschile sono rimaste in poche. Si può parlare, a suo avviso, ancora di un vivaio umbro?

Direi di no, fatta eccezione per Scappaticcio che a Foligno sta lavorando in un progetto specifico per i giovani, non vedo in altre società una grande cura del settore, non mi sembra ci sia un lavoro programmatico. Anche Chiusi ha una particolare attenzione, ma da questa stagione si è trasferita definitivamente in Toscana seguendo le orme della formazione di A2 (il settore giovanile maschile partecipava ai campionati organizzati dal Comitato FIPAV Perugia, ora è tornato al Comitato FIPAV Siena ndr). Certo non ci sono mai stati grandi numeri nel vivaio maschile umbro e questo comporta problemi ed una difficile programmazione. Probabilmente andrebbe coordinato il lavoro sia in sede di CQR che quello fra società con collaborazioni per avere gruppi giovanili pilota.

Nonostante queste premesse Lei ha guidato la selezione maschile umbra al recente Trofeo delle Regioni, conquistando alla fine una buona undicesima piazza finale…

E’ stato un buon risultato, ma ad onor del vero il gruppo di atleti umbri del 2000 è molto valido con Foligno che ha espresso tre pallavolisti di assoluto interesse, altri tre giovani interessanti di Città di Castello e così tutti gli altri ragazzi (provenienti da Chiusi, Sir Safety Perugia e Monini Marconi Spoleto, ndr). Un anno in cui diverse componenti hanno funzionato, validi i miei collaboratori (Simone Cruciani e Mariano Pauselli ndr) ed ho ringraziato i tecnici di società per il lavoro svolto in funzione della selezione.

Cosa farà quest’anno?

Anno sabbatico necessariamente, volevo continuare a Città di Castello, ma sono tranquillo e fiducioso per il futuro.

Un ritorno in Toscana?

Perchè no, mi piacerebbe aprire un altro ciclo a Cortona.

Angelo Pagano