Dopo quarantottore di riposo i “block devils” tornano al lavoro

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    Ennesima sfida stellare in questi playoff scudetto per la formazione di Boban Kovac, uscita sicuramente rafforzata nella testa e nel morale dalle battaglie affrontate nei quarti di finale ed in semifinale con due big come Verona e Civitanova Marche. Due serie che hanno messo a dura prova Birarelli e compagni e tutto il pubblico perugino, ma che al tempo stesso hanno dimostrato la crescita della squadra sotto l’aspetto tecnico e soprattutto in quello caratteriale. Dopo quarantottore di riposo tornano al lavoro i ragazzi sotto la guida dello staff tecnico bianconero e sotto le cure del preparatore atletico Giovani Foppa. Lavoro relativamente di scarico, soprattutto lavoro tecnico e, conoscendo già il nome dell’avversario in finale, certamente Kovac comincerà anche a sottolineare le peculiarità tattiche che Perugia dovrà mettere in pratica contro la formazione modenese infarcita di grandi giocatori e che pratica un gioco velocissimo e di difficile lettura. La Sir contrapporrà, come in tutti questi playoff, le sue armi e cercherà il supporto infinito del suo pubblico. Ci sarà una sfida nella sfida con due sudamericani in cabina di regia, De Cecco argentino contro il brasiliano Bruninho. Per i polpastrelli di Luciano De Cecco sono passate finora le fortune della Sir che in coppia con Atanasijevic hanno fornito una prova canora al termine di gara quattro. Il palleggiatore Sir si esprime così su gara uno in programma domenica 1 maggio a Modena:

    “Intanto è evidente che chiunque fosse stata la nostra avversaria, sarebbe stata durissima perché parliamo di due formazioni come Trento e Modena entrambe molto competitive, una finalista in Champions, l’altra vincitrice della Coppa Italia. Affronteremo Modena, una signora squadra con una storia importante e credo che per noi e per Perugia giocarci la finale sarà, oltre a quello che succederà in campo, molto importante. Tecnicamente Modena non ha bisogno di tante descrizioni. Ci sono grandi individualità. C’è un grandissimo palleggiatore come Bruninho. C’è Lucas, probabilmente il centrale più forte al mondo. C’è Vettori che sta facendo dei grandissimi playoff. Ci sono tre schiacciatori come Ngapeth, Petric e Nikic tutti grandi giocatori ed ognuno con il suo ruolo specifico al servizio della squadra. Ma noi ci siamo e vogliamo giocarcela alla grande! Come? Intanto pensando solo al campo, restando fuori da tutto quello che non riguarda il campo. E poi restando umili, con i piedi in terra, lavorando duro e lottando su ogni palla. Non credo esista un modo per affrontare una finale. Ogni partita è diversa dalle altre, nelle serie con Verona e poi con Civitanova lo abbiamo imparato. Credo che dopo aver perso gara 4 in casa con Verona nei quarti di finale nessuno avrebbe pronosticato un nostro arrivo in finale, quindi…”.

    Nella sua storia italiana, Luciano ha già sfiorato una volta lo scudetto. Era la stagione 2012-2013 quando con Piacenza perse in gara 5 a Trento la finalissima. A distanza di tre anni l’occasione per riprovarci.

    “Sinceramente non ci penso più di tanto. Penso a giocare, al campo. È il presente quello che conta, il futuro è un mistero. Quello che posso e voglio dire è che ho lavorato tanto per conquistare come gruppo e come protagonista questa finale. Nessuno mi ha regalato nulla, già essere in finale scudetto è una grandissima cosa e dimostra, a me stesso ed alla società di Perugia che mi ha dato fiducia, che sono in grado di lottare per obiettivi importanti. Poi è evidente che vincere è una cosa a cui ambiscono tutti…”.

    Insomma, testa al momento solo a gara 1 di domenica per De Cecco. Il futuro nel mondo della musica, dopo l’esibizione in coppia con Atanasijevic domenica passata, può attendere…

    “Quel momento di entusiasmo a fine partita – conclude Luciano – rappresenta semplicemente un’ulteriore dimostrazione di quanto siamo uniti come squadra, al di là delle chiacchiere. Abbiamo sofferto e lavorato tutti insieme ed ora ci siamo. E poi non sono molto intonato, faccio solo casino.”.