Il ritorno di Grbic: una ‘reunion’ di famiglia

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Sembra che la Sir Safety Perugia abbia riavvolto il nastro e sia tornata a 7 anni fa quando Nikola Grbic, subito dopo aver appeso le ginocchiere al chiodo, arrivava sulla panchina dei BlockDevils nell’anno di pausa da coach Kovac. Nulla, infatti, è cambiato da allora. O meglio, tante cose non sono più le stesse, come ha sottolineato lo stesso Grbic“…Una Perugia migliore come organizzazione, come consapevolezza, per i trofei vinti, come squadra che è più forte…”. Ma per tutti i protagonisti è stato solo un ricongiungersi, dopo non essersi mai lasciati veramente.

Quasi riduttivo e semplicistico,quindi, affermare che l’allenatore serbofa ritorno nel capoluogo umbro; è come se, l’amico “trovato” nella stagione 2014/15 e da allora rimasto tale per tutta la famiglia Sir, non se ne sia mai andato.

La conferenza stampa di presentazione ha assunto così il sapore di una riunione tra vecchi amici che hanno deciso di condividere insieme per una volta ancora un percorso sportivo, molto ambizioso. Non c’è stato, quindi, bisogno di tanti giri di parole, grandi discorsi ad effetto, iperboli linguistiche. Massima concretezza e tanta voglia di fare: tutto il resto è noia!

Allenatore molto attento al rapporto con i suoi atleti, per Grbic è fondamentale riuscire a capire la psicologia dei propri ragazzi; perché come lui stesso ha dichiarato:

Ogni giocatore è diverso ed ha bisogno di un approccio personalizzato. È inutile chiedergli di fare in partita quello che farei io al suo posto, anche perché non riuscirebbe a rendermi al meglio. Deve invece giocare come si sente e io devo farglielo fare al massimo delle sue possibilità. Se riuscirò in questo, allora riuscirò a far funzionare anche la squadra. Allo stesso tempo è fondamentale, però, che i miei giocatori si mettano tutti al servizio del gruppo: nessuno è più importante degli altri. Si vince da squadra, non da singoli”.

Grande amante delle sfide e sempre in cerca di stimoli, ha inoltre voluto sottolineare che “il suo compito è quello di mettere le proprie competenze al servizio della squadra e, in quanto ognuna è un universo a sé, è lui che deve sapersi adeguare di volta in volta”.

Concentrazione, lavoro, abnegazione, sacrificio: ecco il paradigma su cui imposterà il proprio lavoro il nuovo coach, senza possibilità di trattativa alcuna. I giocatori sono avvisati!

Arianna Boco