Supercoppa da incubo, Sir “salvata” dai tifosi e dalle profezie di De Giorgi

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Cronaca di una amara trasferta che comunque finisce in una festa del volley

   

Doveva essere l’assalto al primo trofeo, invece, è arrivata una cocente delusione. Per lo meno sul campo, perché l’esperienza della Del Monte Supercoppa i suoi lati positivi comunque li ha avuti. Un esempio? La trasferta e il ritorno in massa dei Sirmaniaci lontano dal PalaBarton.

Perugia, ore 13, si parte alla volta dell’ “Eurosuole Forum” di Civitanova, carichi di tante aspettative e di curiosità. Il sole accompagna la carovana che si snoda in un cordone continuo tra il cuore dell’Umbria e il mare Adriatico. C’è chi è partito di buonora per godersi il mare; chi con più calma, ma in tempo per gustarsi un bel pranzo a base di pesce; e chi è arrivato direttamente al palazzetto in anticipo per vivere appieno l’atmosfera. Per tutti, comunque, il viaggio è all’insegna soprattutto del ritrovato gusto dello stare insieme.

Non c’è ressa fuori dall’impianto marchigiano nonostante il parcheggio sia quasi al completo; c’è qualche gruppetto di Sirmaniaci che dopo aver preso posto, è tornato fuori per ingannare l’attesa e allentare la tensione. Si entra e il colpo d’occhio non è dei migliori: dov’è il pubblico? I posti vuoti sono tanti, poche le maglie rosse a sostenere i propri beniamini cucinieri considerando che giocano in casa. Non pervenuti i monzesi che se presenti, sono stati molto bravi a mimetizzarsi; in bella vista, invece, le t-shirt bianche dei perugini che ad una occhiata veloce sembrano essersi distribuiti in ogni angolo dell’ “Eurosuole Forum”, come a ricordare che la loro presenza non è mai da mettere in discussione.

L’atmosfera è molto soft, mentre in campo va in scena la prima semifinale: Monza gioca bene, la Lube arranca e anche se prova a rialzare la testa vincendo il terzo set, capitola definitivamente sotto i colpi dei lombardi nel quarto. Sono altri i flash, tuttavia, a catalizzare l’attenzione dei presenti: quello che vede protagonista l’opposto della Lube Ivan Zaytsev, abbandonare rassegnato la postazione in mezzo ai suoi scoutman da cui stava assistendo alla gara, per dedicarsi alla famiglia e alle pubbliche relazioni nell’area hospitality. Oppure quello nel lungo tavolo a bordo campo, dove i presidenti di Superlega e Federazione, Massimo Righi e Giuseppe Manfredi, guardano la partita e parlottano soddisfatti fra loro: indipendentemente da tutto, il volley è ufficialmente ripartito e questo va sicuramente festeggiato. Ecco, però, che l’arrivo dello showman Gino Sirci distoglie tutti gli sguardi, tanto da improvvisare una specie di via crucis per rispondere ai saluti e dispensare sorrisi e battute dei tanti tifosi, e non solo. Fino ad arrivare nella zona Sir dove prende una seggiola per accomodarsi tra Righi e Manfredi: un trittico di presidenti che richiama l’immagine degli amici al bar tanto cara ad un altro Gino, quello della tradizione canora.

Si avvicina il momento dei BlockDevils. I Sirmaniaci iniziano a prendere posto, vengono sistemati gli striscioni, i tamburi sono in posizione; tra un “vai più in là” e un “mettiti più in qua” partono un coro e un lungo applauso per omaggiare Filippo Lanza, che insieme alla sua compagna in dolce attesa, è arrivato per la partita degli ex compagni. Al fischio d’inizio parte il tifo Sir, in tutta la sua grandezza e spettacolarità. Non gli rendono merito i giocatori in campo: non sembrano molto convinti, fanno errori, sbagliano fondamentali, posizioni, intese.

“Dai, ci può stare, capita a tutti di non entrare subito in partita”, all’inizio pensano i più. “Ma sì, è solo questione di prendere le misure. Vedrai che adesso non ce ne sarà per nessuno”, chiosano molti cercando di essere ottimisti a metà incontro. “Ora reagiscono sicuramente e rovesciano il risultato. Mica possono mollare così!”,

dicono i pochi che ancora sperano nella rimonta dei ragazzi di coach Grbic. La gara, invece, si chiude sul 3-0 per Trento, con il gruppo bianconero non pervenuto, se non per alcuni segnali di vita e qualche bella giocata di una manciata di singoli.

Si ripiegano le bandiere e gli striscioni, si raccolgono le proprie cose e si esce mestamente dal palazzetto. Strano a dirsi, ma mai come in questa occasione Perugia c’è e vince comunque, grazie ai suoi quasi 400 tifosi arrivati dall’Umbria e non solo (“Sicuramente più da Cotignola che da Monza!”, puntualizza una voce nel gruppo) per sostenere i propri ragazzi, con coreografia e spettacolo assicurati come sempre al pari di incitamento e calore continuo.

Così è tutt’altro che di consolazione il proseguimento della serata programmato in un ristorante, ovviamente di pesce e in riva al mare, dove insieme all’ottima mangiata e ai tanti brindisi per festeggiare il “Ritorno” e il ritrovato gusto dello stare insieme, c’è tempo anche per analizzare la sconfitta. Ma le sorprese non finiscono e il momento conviviale regala anche il contributo di un signore che di volley qualcosa ne capisce, colui che poco più di un mese fa ha fatto gioire tutta l’Italia del volley. L’incontro che non ti aspetti e che ti fa capire perché un gruppo di giovani appena assemblato sia riuscito a vincere l’Europeo è con un disponibile e affabile Ferdinando De Giorgi che non si sottrae a foto e commenti. Il più significativo dei quali suona così:

“Perugia ha una squadra molto forte, ha solo bisogno di tempo. Deve conoscersi e deve trovare la sua identità. Trento da questo punto di vista è stata avvantaggiata, perché la maggior parte dei ragazzi già si conoscevano. L’affiatamento e l’intesa non sono cose che nascono all’istante, vengono con l’esercizio e con il giocare insieme. Anche sotto questo profilo la presenza di Simone Giannelli, un ottimo giocatore e un bravissimo ragazzo, per Perugia sarà determinante”.

Parole importanti che rincuorano i tifosi bianconeri prima dell’ultimo brindisi, con la testa già alla rivincita con i gialloblu di Lorenzetti prevista in campionato il prossimo 7 novembre.

Arianna Boco