Volley Città di Castello: parola a Margherita Lachi

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Volley Città di Castello: parola a Margherita Lachi. La 21enne attaccante tifernate:

Volley Città di Castello: parola a Margherita Lachi. La 21enne attaccante tifernate: “Sabato scese in campo con troppa tensione”

   

Coach Francesco Brighigna l’ha inserita nel secondo e nel terzo set, poi ha deciso di gettarla nella mischia nei due successivi fin dall’inizio, in una serata non certo di grazia per Caterina Errichiello.

E così, Margherita Lachi – attaccante di posto 4 della Co.Me.T. Volley Città di Castello – ha fatto l’esordio casalingo in B1 nel ruolo di opposto, rispondendo “presente” e garantendo il suo apporto. Un esordio che lei sicuramente attendeva, ma che alla fine è stato in una veste inedita.

La domanda chiave che rivolgiamo in apertura alla 21enne giocatrice aretina, in sede di commento della partita, è comunque un’altra: cosa è successo sabato scorso, al punto tale da perdere per 2-3 contro la Csi Clai Imola una partita che invece avrebbe dovuto essere vinta?

“Avevamo un po’ di tensione addosso – dichiara la Lachi – originata dall’esigenza di fare risultato a tutti i costi e ci è mancata la giusta sicurezza nelle nostre effettive capacità, per cui ci siamo ritrovate sempre (o quasi) a dover rincorrere le avversarie”.

Che a muro si sono rivelate insuperabili…

“Le abbiamo sofferte tantissimo e in modo inatteso, seppure le giocatrici dell’Imola non abbiano le caratteristiche di quelle della Megabox Battistelli, che vanta atlete con fisicità diverse. Questo è stato il grande handicap di sabato sera: e dire che i numeri dello scout ci danno ragione su molte “voci”, meno che a muro. Quanto è bastato per perdere la gara”.

Ciò nonostante, almeno il successo da due punti era a portata di mano: avete usufruito al tie-break di tre palle match, senza riuscire a chiudere la contesa.

“Sì, ma è una costante: anche nei set precedenti, eravamo lì fino all’ultimo, poi l’obiettivo è sfumato perché ci è mancata la necessaria convinzione”.

In questo sabato difficile, è arrivato per te il debutto al Pala Ioan, con due frazioni che ti hanno visto in campo nel 6+1 di partenza. Soddisfatta della tua prestazione?

“Non avrei francamente immaginato di esordire per una circostanza simile e per giunta in un ruolo non mio, però mi sono subito adattata alle esigenze della squadra: d’altronde, in quel momento l’allenatore ha ritenuto di dover dare respiro a Caterina Errichiello, in funzione della quale l’Imola aveva preparato la partita. Era perfettamente consapevole delle sue qualità e ha impostato di conseguenza le contromisure. Caterina era stata insomma presa di mira ed è rimasta imbrigliata nel muro avversario, anche se è una pedina molto forte e sono sicura che presto verrà fuori alla grande. A livello personale, penso di aver fatto il mio, ma in questo sport vince e perde la squadra”.

Come è stato l’impatto con la B1?

“Vengo da stagioni di B2, questa è una categoria superiore che ho appena conosciuto e quindi debbo ancora prendervi piena confidenza: l’unico sistema efficace è allora quello di stare in campo, perché solo così è possibile maturare esperienza e migliorare in quei frangenti nei quali ancora prevale un minimo di incertezza. Ma per guadagnarsi il campo bisogna sudare in settimana”.

Già, quanto ti è “pesato” stare in panchina?

“Non la metterei su questo piano: se sto in panchina, vuol dire che debbo lavorare meglio e farmi trovare pronta, come capitato nell’ultima gara”.

La situazione di classifica si è un tantino complicata e all’orizzonte c’è la trasferta di Capannori, tradizionalmente ostica, come dimostrano anche i precedenti.

“Servirà una prova di gran carattere al cospetto di una compagine buona e molto compatta; proprio per questo motivo, noi dobbiamo dimostrare di essere altrettanto. Se vogliamo fare il colpaccio e toglierci le soddisfazioni, occorre dare di più: di margini da sfruttare ne abbiamo tanti e siamo un gruppo unito. Io stessa mi trovo bene e ho legato fin da subito con le nuove compagne”.