«Perugia deve trasformarsi, non sarà un percorso lineare»

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Il tecnico della Sir Susa Scai Perugia, Angelo Lorenzetti, prepara la sfida con la Lube: «Meglio affrontarla subito, serve cambiare modo di giocare e abbandonare vecchie abitudini»

   

«Che ci abbia fatto faticare è un eufemismo. Dobbiamo approcciare la gara con la consapevolezza di quello che abbiamo imparato l’anno scorso», con queste parole il tecnico della Sir Susa Scai Perugia, Angelo Lorenzetti, ha aperto la conferenza stampa di venerdì 24 ottobre al PalaBarton, in vista della sfida di domenica 26 ottobre (ore 20.30) contro la Cucine Lube Civitanova, seconda giornata della Superlega Credem Banca e debutto casalingo per i Block Devils.

Il coach bianconero è tornato sul percorso di crescita intrapreso dalla squadra dopo una stagione chiusa con più interrogativi che certezze: «Quella settimana ci ha fatto capire che dobbiamo trasformarci. E quando si parla di trasformazione non si tratta di qualcosa di astratto: significa cambiare modo di giocare, abbandonare alcune abitudini e costruirne di nuove. Non sarà un percorso lineare, ma necessario. Anche perché la caccia ai punti non deve oscurare la consapevolezza che c’è bisogno di evolversi. Farlo senza aver cambiato i giocatori è una sfida classica, ma inevitabile».

Lorenzetti ha poi spiegato che il cambiamento richiesto passa anche da un adattamento tecnico e tattico rispetto al livello sempre più alto del campionato: «La Superlega oggi è costruita su una potenza costante, non solo in attacco ma anche al servizio. Per questo dobbiamo modificare alcune cose, condividere un nuovo modo di giocare e portarlo in campo. È un processo, e non dobbiamo fermarci al primo ostacolo».

Sul bilancio dopo l’esordio in campionato contro Monza, il tecnico ha invitato a non trarre conclusioni affrettate: «È un percorso. In una sola partita non si possono avere opinioni tecniche davvero fondate, perché gli avversari cambiano. Ma quella gara ci ha mostrato aspetti precisi del nostro stato attuale. Dopo la trasferta in Giappone abbiamo avuto pochi giorni per lavorare e siamo ancora in una fase di apprendimento. Ma in apprendimento sì, però da giocatori. Bisogna imparare a vincere, a voler vincere e a non subire».

Guardando alla sfida con la Lube, Lorenzetti non ha nascosto la complessità del match: «È una partita che produce punti e valori di classifica, ma anche di livello tecnico. Partite come quella di domenica ne avremo di più quest’anno, e questa è una bellezza: giocare al PalaBarton è una ricchezza. Civitanova è una squadra che gioca ad alta velocità, con una ricezione molto solida e un gioco variato e veloce. Dovremo trovare una strategia utile, sapendo che a quella velocità aumentano anche gli errori: bisognerà limitarli, pur sapendo che non li elimineremo del tutto».

Il coach ha aggiunto che affrontare una grande squadra all’inizio della stagione può essere un vantaggio: «Meglio che arrivi ora, perché le parole che un allenatore dice dopo mesi di nazionale e sosta trovano senso solo quando si torna a giocare partite vere. La partita punta quello che fai: ti mette davanti a cosa funziona e cosa no, e da lì si riparte per migliorare».

Infine, Lorenzetti ha spiegato la sua filosofia nella gestione del gruppo dopo la prima uscita stagionale, in cui ha proposto titolari diversi: «Siamo partiti con quella formazione perché era la squadra della scorsa stagione, un modo per ritrovarci. La gestione delle risorse non riguarda solo chi scende in campo, ma anche come si lavora in allenamento e nel post-partita. Devo imparare anch’io ad affidarmi di più ai miei giocatori, perché ho un gruppo di valore».
Rapporto di fiducia reciproca con la squadra: «Ho chiesto allo staff di aiutarmi e ai ragazzi di essere consapevoli della loro responsabilità. Se io mostro consapevolezza, deve esserci reciprocità: meno carico in allenamento significa più responsabilità individuale in campo. È una risposta che devono dare loro, e da quella dipenderà il modo in cui lavoreremo nelle prossime settimane».

In chiusura, Lorenzetti ha tracciato un identikit della nuova Perugia: «Forse l’immagine della Perugia-carro armato non è più attuale. Oggi la potenza è nelle corde di altre squadre, quindi noi dobbiamo diventare più tecnici e più tattici. Non vuol dire che manchi il talento, ma che serve saperlo abbinare alle situazioni quotidiane, alle letture del gioco. È lì che dobbiamo crescere».

Francesca Cecchini