Sirci-Comune: e se non fosse solo sport?

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Sirci: “Decisione Fipav uno smacco per il volley”. Il presidente della Sir Perugia:

Sirci-Comune: e se non fosse solo sport? L’attacco del patron della Sir all’amministrazione perugina potrebbe non riguardare solo la questione palazzetto. E la minaccia di trasferimento a Roma è solo una “sparata” oppure?

   

Ci sono diverse chiavi di lettura dell’attacco frontale portato dal patron della Sir Safety Volley, Gino Sirci, al Comune di Perugia nel dibattito legato al PalaBarton, con minaccia di portare a Roma la squadra Campione d’Italia.

La prima chiave – quella “di pancia” – è molto semplice.

Il simbolo di Perugia è il Grifo rampante, non il diavoletto.

I colori di Perugia sono il biancorosso e non il bianconero.

La SIR non rappresenta la storia sportiva di questa città.

Che cavolo vuole?

Se così desidera, se ne andasse pure.

Goodbye, Adieu, Adiós, Auf Wiedersehen, ecc.

Concludere così il ragionamento – seppur su fatti incontestabili – significherebbe analizzare il problema in maniera superficiale, come fossimo al bar, davanti ad un quartino.

E non riconoscere gli indubbi meriti della Sir Safety nell’aver portato il nome Perugia nel mondo.

Invece il dibattito – visti anche gli illustri protagonisti – merita maggiore attenzione ed approfondimento, cercando di capirne il perché.

Va, preliminarmente, chiarito un fatto.

Se si vuole rapportare il Volley ad altri sport, soprattutto al Calcio, è bene chiarire che stiamo parlando di due mondi totalmente diversi, con pochissime – se non nulle – analogie.

Due mondi che parlano una lingua totalmente diversa.

Uno – il calcio – più legato alle tradizioni italiane, in cui spicca ad ogni livello il legame indissolubile delle squadre con il territorio d’appartenenza.

L’altro – il volley – fortemente proiettato verso l’esperienza americana.

E quindi si può trasferire (quasi) liberamente in altra sede tutta la squadra od anche cedere soltanto il titolo sportivo.

Ciò significa che nel Calcio il legame con il territorio è esponenzialmente molto più forte che nel Volley.

Ogni società calcistica ha una storia, di cui va fiero il territorio, mentre pochissime compagini di volley possono vantare una storia apprezzabile legata al territorio.

La stessa Sir-Safety da squadra dilettante di Bastia Umbra è stata portata in pochi anni da Gino Sirci alle vette mondiali del professionismo.

E’ chiaro, quindi, che – parlando di Perugia – il legame con il territorio e la storia della Sir-Safety non è lontanamente paragonabile a quello del Perugia Calcio.

Lo stesso Grifo, il quale – seppur fallito ben due volte – ha sempre mantenuto ben saldo il legame con Perugia, i suoi colori, i suoi tifosi.

Tutto ciò per dire che è naturale nel Volley che la squadra di una città, sia in realtà slegata dalla storia e dalle tradizioni di chi la ospita.

Se, quindi, la casa del Perugia Calcio è ininterrottamente da 40 anni il “Renato Curi” e prima il S. Giuliana, quella della SIR è il PalaBarton solo da alcuni anni.

Già, perché nel primo decennio di questo secolo la squadra di volley maschile di Perugia non era la SIR, ma la Pet Company/RPA.

Ma anche se parliamo di due sport totalmente diversi tra loro, sono inevitabili alcuni paragoni tra il Perugia Calcio e la SIR Safety, in relazione alla gestione dei rispettivi impianti cittadini.

Impianti che – è bene ricordare – sono entrambi di proprietà dei perugini.

A Massimiliano Santopadre – con cui non siamo mai teneri, quando c’è da criticarlo – va riconosciuto il grandissimo merito di aver investito denaro nella struttura di cui ha “solo” la concessione.

Regalando a Perugia una cittadella del calcio all’altezza di metropoli più grandi.

La ristrutturazione totale delle pertinenze dello stadio (Sede, Museo, Negozio, Bar, ecc.); ristrutturazione dei campi di allenamento ed altri interventi migliorativi.

Ha, quindi, investito per la sua Società in infrastrutture che – prima o poi – lascerà alla città ed a tutti i perugini (anche quelli SirManiaci).

Sta trattando con il Comune il progetto del rifacimento del Curi, a volte (come recentemente) sottolineando con garbata decisione le divergenze, ma senza strepiti o toni alti.

E – soprattutto – senza arroganza e “ricatti”.

E forse – a voler essere pedantemente precisi – il “Curi” avrebbe urgenze ben maggiori del PalaBarton.

Dall’altra parte c’è Gino Sirci, il quale non risulta aver investito cifre nel Palazzetto, né aver “regalato” alcunché che lascerà alla città.

Struttura in cui il Comune di Perugia ha investito recentemente risorse (ca. 600mila euro), unitamente alla Barton – azienda peruginissima – che, oltre ad aver sponsorizzato il Palazzetto, ha regalato alla città un parco stupendo, segno di sensibilità ed attaccamento alla nostra terra.

Magari ci sarebbe potuto essere lo stesso Sirci al posto dei fratelli Bartolini e chiamare PalaSIRSAFETY…

Sia ben chiaro: nessuno vuole negare i grandi meriti di Gino Sirci.

Meriti, però, che deve condividere con PAC2000 (Conad), sponsor capofila e trainante di tante altre aziende del territorio umbro e perugino che hanno preferito investire in una squadra potenzialmente “nomade”, che in una legata fin dal 1905 a Perugia ed ai perugini.

Ma – fino a prova contraria – l’imprenditore con i propri soldi fa quello che vuole, come il cittadino trae le proprie conclusioni sui prodotti di quello sponsor.

Come tutti sanno, quindi, Sirci ha dichiarato – con l’arroganza del vincente – che avrebbe portato la SIR a Roma.

Sì, ma dove?

Il palasport di Viale Tiziano è chiuso, tant’è che la squadra romana di volley A2 gioca ad Acilia.

C’è il Palalottomatica all’EUR, con costi di esercizio, però, di gran lunga più alti di quelli che attualmente sostiene la SIR a Perugia.

Un ulteriore costo per la Società, quindi, sarebbe costituito dal trasferimento in sé e dall’eventuale perdita di alcuni sponsor (quelli virtuosi), non disposti ad allontanarsi da Perugia.

Ma allora – ci si domanda – se Sirci è realmente disposto ad andare a Roma sostenendone i più alti costi e non è solo una “sparata”, perché le somme che è già disposto a spendere in più per portare la squadra a Roma non le investe per il PalaBarton?

Le possibili risposte sono due: o vuole portare comunque la squadra a Roma e cerca il casus belli per farlo.

Ed allora veramente Goodbye, Adieu, Adiós, Auf Wiedersehen, CiaoCiao.

Oppure è una “sparata”, fatta solo per attaccare il Comune.

E questa seconda ipotesi non è così peregrina, se fa il paio con lo “sgarbo” istituzionale perpetrato a settembre dallo stesso Sirci, quando presentando le Final Four di Supercoppa a Palazzo Donini, alla presenza trionfante degli alti dignitari Regionali, si “dimenticò” di invitare il Comune di Perugia, “padrone di casa”.

Escludendolo – di fatto – dall’importante evento sportivo.

Voci sempre più insistenti in città, infatti, parlano di un possibile coinvolgimento dello stesso Gino Sirci alle prossime elezioni regionali del 2020 tra le file dell’amministrazione uscente.

Personalmente trovo l’ipotesi abbastanza fantasiosa, nonostante l’indubbio ed evidente feeling che lega l’imprenditore bastiolo all’attuale amministrazione regionale.

Ma che vi sia qualcosa oltre la semplice questione legata al palazzetto è incontestabile.

Avv. Gian Luca Laurenzi