Sara Giuliani, 102 giorni dopo

3071
Sara Giuliani, 102 giorni dopo

Sara Giuliani, 102 giorni dopo l’intervento al ginocchio è entrata in campo per qualche minuto nella trasferta persa a Castelfranco di Sotto

   

È tornata in campo sabato scorso a Castelfranco di Sotto. Coach Marco Gobbini l’ha fatta entrare nel terzo set: il tempo di servire un pallone in battuta. Un ingresso fugace, che può aver rivestito un significato anche “simbolico”, ma che certifica pur sempre il recupero di Sara Giuliani. La giocatrice più sfortunata della stagione in casa Sia Coperture San Giustino. Infortunatasi seriamente al termine dell’allenamento del 3 novembre (rottura del crociato anteriore e lesione al menisco e al collaterale del ginocchio sinistro), era stata operata a Perugia il 5 dicembre dall’equipe del professor Auro Caraffa. Sono trascorsi 102 giorni.

Ho rimesso piede in partita dopo aver sostenuto appena tre allenamenti – dichiara la Giuliani – ed è stata una sensazione particolare, perchè non me lo aspettavo. Nel giro di tre mesi ho bruciato anche i tempi: mi avevano indicato come data probabile la metà di aprile e invece ho anticipato di un mese. È chiaro però che ancora vi sia da lavorare molto: al momento, posso dare una mano solo in seconda linea, anche se difendere mi piace. Per tornare a saltare in prima linea e a schiacciare, bisognerà attenderà subito dopo Pasqua.

Le attuali condizioni fisiche dicono che tutto è a posto?

Gli ultimi allenamenti sono andati bene; semmai, subentra a fine seduta un po’ di gonfiore, ma ci sta e quindi nessuna preoccupazione di sorta, né mi sento psicologicamente frenata.

E sabato scorso che cosa è successo alla Sia Coperture? Come si spiega la battuta di arresto che avete subito?

Ci sono stati errori di troppo. E dire che ci eravamo allenate bene fino al venerdì. Non credo alla tesi del condizionamento ambientale: è soltanto mancato quel guizzo in più che ci avrebbe consentito di vincere il primo o anche il secondo set. Lo stesso guizzo che invece troviamo in casa, come accaduto contro il Sassuolo. È normale che l’impianto nel quale ti alleni e giochi sia più familiare, però non è vero che fuori casa andiamo in campo con la paura addosso o con chissà quale altro atteggiamento, anche se mi rendo conto che i risultati fin qui ottenuti evidenzino questa differenza e che in qualche frangente ci si faccia sopraffare dall’ansia.

Terzo posto più lontano ma non ancora compromesso?

E’ ovvio che sia così. Cerchiamo di vincere tutte e 6 le partite da disputare e poi tireremo le somme: ce la possiamo fare. Intanto, pensiamo a vincere lo scontro diretto di sabato prossimo contro la Roana Macerata: dobbiamo dare tutto, pur di non perdere questa partita. Il nostro è un girone di livello elevato e allo stesso tempo incerto, nel senso che non vi sono partite dall’esito scontato. Qui non molla propria nessuno!”.