Roberto Scaccia tra passato e futuro

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Roberto Scaccia ternano di nascita, ma tecnico di respiro internazionale. Una lunga carriera da allenatore e tanti successi alle spalle, dalla cavalcata vincente nella stagione 2010-2011 che consegnò la serie A2 ad una piccola realtà umbra, all’oro mondiale in Perù con la rappresentativa italiana nel 2015.

Coach cosa sta facendo ora?

Dopo l’ultima esperienza in B2 con Todi-Terni, le due società si ritrovano in una fase di ristrutturazione. A Todi un imprenditore ha rilevato solo il settore giovanile ed attualmente ho compiti di direttore tecnico e seguirò quindi il settore. L’attività pallavolistica sta ripartendo in entrambi i comprensori.

E’ passato un anno dalla conquista del campionato mondiale under 18 in Perù. Di quella squadra Orro ed Egonu sono arrivate alla nazionale maggiore, c’è qualche altra ragazza che a suo avviso poteva già ben figurare in nazionale?

La scelta delle due atlete è stata oculata, sono ragazze che avevano caratteristiche per fare il salto. Si, ci sono in quella formazione altre individualità con un profilo interessante che arriveranno nella nazionale maggiore. Il serbatoio italiano è pieno ed i risultati che stanno ottenendo le varie nazionali di categoria sono ottimi ed incoraggianti.

E’ ancora nello staff tecnico delle nazionali?

Ho concluso con i mondiali in Perù la mia attività nel settore giovanile nazionale. Ho fatto finora due bienni ed una qualificazione al campionato europeo.

Alle Olimpiadi la nazionale femminile ha deluso le aspettative generali. Troppe giovani in campo o siamo nel guado del ricambio generazionale?

Sicuramente è una fase di ricambio generazionale ed era prevedibile che la nazionale non fosse così competitiva. E’ un periodo in cui le “anziane sono troppo anziane” e le giovani devono completare la crescita. Bisogna avere pazienza ed a livello internazionale escono una o due pallavoliste d caratura ogni biennio. Per i risultati della nazionale non si possono attribuire colpe a nessuno, è un momento di attesa.

Il 2015 è per lei un anno in forte chiaroscuro. Ad agosto è campione mondiale con l’under 18 in Perù, torna dopo tre stagioni su una panchina di serie B a Perugia, a fine novembre le dimissioni ed a gennaio 2016 subentra sulla bollente panchina della Ternana portando la squadra alla salvezza…

E’ stato un anno particolare con le dimissioni ed il cambio di panchina in corsa. Per me è’ stata una prima volta in entrambi i casi, ma è esperienza anche questa. Dovessi tornare indietro e con il senno di poi, certo non avrei preso la guida tecnica di Pallavolo Perugia, una squadra nata male, mentre a Terni tra mille difficoltà sono rimasto soddisfatto. Il 2015 tutto sommato lo salvo come annata sportiva.

In quest’ultima parte di stagione si è dedicato alla selezione femminile umbra che ha partecipato al Trofeo delle Regioni. Avete chiuso al decimo posto e risalito un paio di posizioni nel ranking nazionale. Si poteva fare di più o la classifica finale riflette la giusta collocazione della pallavolo umbra nel panorama nazionale?

E’ mancata un po’ di fortuna ed il decimo posto è un grosso risultato, tenendo presente che il ranking attuale ci colloca comunque un po’ sotto. Abbiamo avuto ragazze infortunate che non hanno potuto essere aggregate e qualche risultato che non ha aiutato. La prossima manifestazione nel 2017, per la nuova formula già applicata da quest’anno, sarà uno scoglio duro da superare perché la selezione umbra partirà nel gruppo delle prime dodici.

L’Umbria è una regione piccola, i numeri non aiutano se ci riferiamo al settore giovanile. E’ solo la matematica a condannare questo territorio all’anonimato in questo sport o ritiene che sono tutte le diverse componenti tecniche, dirigenziali, strutturali che incidono in qualche misura?

Guardando la serie B sono presenti nove formazioni umbre che danno una immagine diversa dalla realtà, perché sono scollegate da tutto quello che può far crescere il movimento. Tenga presente che nella selezione umbra che ha partecipato al TdR solo due su quattordici avevano esperienza in una serie regionale. Nessuna delle altre aveva messo piede in serie D o C eppure c’erano ragazze con delle potenzialità tecniche e qualità fisiche, ma esperienza nessuna in un campionato regionale. Anche a livello nazionale è da rivedere qualcosa, ci sono squadre che vengono mandate al massacro in serie B perché la Federazione consente il ripescaggio in caso di retrocessione se composte da under 20. Una serie sistematica di sconfitte porta l’abitudine alla sconfitta.

Individua ricette particolari per risollevare il settore?

Può sembrare una difesa d’ufficio, ma sono stato in altre realtà locali ed il livello tecnico medio degli allenatori umbri è alto, ma non vengono messi in condizioni di poter lavorare. La selezione delle atlete è importante, oggi non sono più sufficienti le capacità tecniche e le qualità fisiche a fare selezione, ma occorre la disponibilità dell’atleta e della sua stessa famiglia. Devono essere i genitori i primi a supportare la crescita della figlia come atleta.

Angelo Pagano