Riccardo Provvedi e la vogliA di emergere di una intera città

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Riccardo Provvedi nato a Terni quarantotto anni fa, inizia la carriera di allenatore nel 1993. Nel 2012 ritorna a Spoleto dove veste alternativamente i panni di direttore tecnico e di allenatore. E’ un periodo esaltante con una doppia promozione ed il salto finale in A2.

Ritorna dopo dieci anni in A (ultima esperienza ad Arezzo ndr), mentre la Monini Spoleto ci torna dopo otto anni. Siete a caccia di rivincite?

Relativamente. La mia è stata una scelta precisa. Mi sono fermato per problemi famigliari e quindi la vivo non come una rivincita ma un semplice rientro. Sono rientrato a Spoleto come direttore tecnico ed un preciso progetto di riportare in serie A una società ed una città che la aspettavano da tempo. E’ la riconquista di una vetrina.

Cosa succede tra il 2009 ed il 2012, lei scompare dalla scena pallavolistica.

Si come detto la nascita dei figli richiedeva una mia presenza più assidua. Ho deciso di vivere di più la famiglia e quando nel 2012 ebbi una offerta allettante di partecipare alle Olimpiadi di Pechino come secondo allenatore della nazionale tedesca la scelta famigliare prevalse, ma non mi rimprovero nulla.

Avrà avuto già modo di visionare la A2 di questi ultimi anni, ha trovato differenze rispetto la sua ultima stagione?

Non avendo partecipato direttamente in questi ultimi campionati le mie riflessioni vanno verificate sul campo. Il movimento mi sembra cresciuto molto nella immagine, la Lega Pallavolo è esigente, forse il livello tecnico è più basso credo dovuto anche ad atleti stranieri complessivamente meno bravi di quelli del passato.

Lei ha dichiarato che la Monini Spoleto con sei volti nuovi rispetto la scorsa stagione (Mariano, Marta, Festi, Romiti, Joventino e Monopoli ndr) può puntare ai playoff promozione. Molte volte sono affermazioni che servono per caricare l’ambiente, ma noto che Lei ci crede e non ama fare proclami…

La formula del campionato prevede che le prime cinque di ogni girone accedono alla seconda fase playoff. Non faccio proclami nè mi piace nascondermi. Vogliamo entrare in questa fascia e poi si vedrà, sicuramente bisogna stare con i piedi per terra, abbiamo scelto i giocatori insieme al direttore sportivo Riccardo Lattanzi e siamo consci di avere operato bene.

Le sue favorite per la scalata alla promozione in A1?

La A2 è sempre equilibrata ed è difficile fare pronostici. Siena dovrebbe essere la corazzata del nostro girone, poi un gruppo di squadre equilibrate come Civita Castellana, Brescia, Cantù, Castellana Grotte e Spoleto.

L’allargamento a 20 squadre della A2 non toglie nulla alla Vostra straordinaria cavalcata nella stagione scorsa, ma non Le sembra che dal punto di vista tecnico questo tolga qualcosa alla qualità del campionato?

Ritengo una buona scelta quella di allargare, consente visibilità maggiore nel nostro sport a chi vuole investire. Dunque un appeal maggiore per ingresso nuovi sponsor. Forse la formula per abbattere spese è da rivedere, la composizione dei gironi andava fatta su base geografica. E’ probabile un calo del livello tecnico, ci sono più atleti che giocavano in serie B ed ora si ritrovano in A, in compenso questo consente una certa omogeneità e partite dal risultato non scontato. Si è una buona scelta anche se questo allarga la forbice tra A e B.

So che Lei ha lasciato una parte del suo cuore a Santa Croce dove ha vinto la Coppa Italia di A2 ed ottenuta la promozione in A1. Sono nell’altro girone (bianco ndr), li ha già incontrati da avversario in passato, ma…

Si ho lasciato amici e ci siamo già incontrati nella passata stagione. A Santa Croce ho vissuto una annata stupenda che ha dato tanto ad entrambi, la ricordo sempre con molto piacere così come ricordo altre annate vittoriose in altre società (promozioni ad Arezzo ed a Spoleto ndr) spero di incontrarli nei playoff.

Angelo Pagano