Fastellini: “Dobbiamo giocare come sappiamo fare”

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Fastellini: “Dobbiamo giocare come sappiamo fare”, sprona così la squadra la schiacciatrice nativa di Assisi. In questa stagione sta provando a cambiare ruolo

   

L’esperienza al servizio della squadra. Non era iniziata nel migliore dei modi la fase di preparazione per Eleonora Fastellini, 31enne schiacciatrice ingaggiata in estate dalla Sia Coperture San Giustino. Un risentimento le aveva impedito di seguire la regolare tabella di marcia per buona parte del mese di settembre, ma ora è tutto a posto. Fino a questo momento il suo impiego nelle partite di campionato è stato abbastanza limitato.

Sabato scorso – sottolinea Eleonora – abbiamo reagito nel migliore dei modi, cogliendo una vittoria attentamente costruita nel corso della settimana. A Macerata, dobbiamo riconoscerlo, non abbiamo giocato. O meglio, abbiamo giocato solo a sprazzi, subendo una sconfitta che aveva interrotto la nostra serie positiva. Alla ripresa degli allenamenti, ci siamo guardate e parlate, riconoscendo i nostri errori ma avendo anche la consapevolezza dei nostri punti di forza.

E ci siamo dette una cosa fondamentale: dobbiamo stare tranquille e giocare come sappiamo. E così è andata: abbiamo servito molto bene in battuta. Abbiamo messo in crisi la loro ricezione per fare in modo che potessero attaccare il meno possibile al centro, reparto nel quale avrebbero potuto farci male. E siamo state così efficaci in battuta da creare di conseguenza problemi anche alla loro palleggiatrice. Di conseguenza al centro Montale si è vista poco; alle bande, poi, la Brina non era in giornata e la Marc si è salvata in qualche maniera, facendo leva sulla sua esperienza. Contenendo molto la loro pericolosità in attacco e difendendo con ordine, oltre che ricevere meglio i palloni, siamo riuscite a essere più lineari e a trovare le soluzioni vincenti in attacco e a muro.

Come mai c’è stato poco spazio, finora, per Eleonora Fastellini?

Perché in allenamento sto lavorando soprattutto in seconda linea, quindi nella ricezione e nella difesa, per cui se occorre un cambio in attacco è più pronta Beatrice Meniconi. Sto andando incontro a una sorta di riconversione nel ruolo e posso garantire che lo faccio volentieri: un lavoro specifico che sta andando avanti e che contraddistingue questa fase della mia carriera pallavolistica. Se però si dovesse presentare la necessità, tornerei subito a saltare e a schiacciare come ho sempre fatto.

Sabato prossimo, trasferta a Quarrata prima della pausa delle festività. Quale insidia può celarsi dietro a match del genere?

Quella classica legata a un’avversaria che, trovandosi in una zona bassa di classifica e non avendo nulla da perdere, può esprimersi con scioltezza e quindi renderti difficile la vita. Se noi abbiamo però un qualcosa più di loro, lo dobbiamo far valere alla stessa maniera di sabato scorso, senza condizionamenti di natura ambientale. Abbiamo un tipo di gioco più veloce rispetto a quello delle nostre avversarie? Bene, dobbiamo imporlo, altrimenti – se la mettiamo sul loro piano – poi facciamo anche il loro gioco. Dobbiamo quindi essere le stesse, tanto in casa quanto fuori e soprattutto dobbiamo imparare a essere più ciniche: a quel punto, potremo dire di aver acquisito una personalità tutta nostra.